Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Le totem d'Imyriacht (2023) edito da maelstrÖm (Belgio)
Pier Paolo Pasolini
Il ritratto onirico di Pier Paolo Pasolini
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Non c’è da stupirsi, meglio evitare di incontrare le persone che idolatriamo, anche nei sogni, non funziona mai. Mi tiro su i pantaloni che mi cadono sui fianchi. Mi dico che è tempo di uccidere il padre. «Lei fa parte dell’élite?» mi chiede. Rispondo che anche lui ne faceva parte. «Lei ha lottato contro l’industrializzazione, contro la morte delle sottoculture, per il popolo contro la classe dominante, Lei ha fatto tutto questo?» Non sento cosa abbia bisbigliato dopo, come se avesse perso il filo delle idee. Mi siedo al suo fianco e gli dico: «I suoi amici di ieri sono diventati fascisti, il suo popolo è diventato fascista, il mondo è cambiato, Lei oggi non potrebbe più scrivere per il Corriere della Sera, non potrebbe più girare Accattone, sarebbe sconvolto dalla stupidità del mondo culturale, cinematografico, artistico, non metterebbe il naso fuori di casa, e alla veneranda età di cent’anni farebbe di tutto per non scivolare su una buccia di banana, e avrebbe migliaia di processi da scontare, guarderebbe il cielo con sospetto, e rimarrebbe impietrito davanti alla stupidità dei media, alla manipolazione, alla propaganda, se fosse vivo non le resterebbe niente, anche gli anziani di oggi non sono altro che stupidi ragazzini con i capelli bianchi, niente, ma di quali lotte parla, Pasolini? Ne ha vinta almeno una di queste lotte? Su ogni fronte, Lei è lo sconfitto di una battaglia superata. Sì, aveva ragione and so what? Hanno vinto loro, hanno vinto i fascisti! E sta qui a farmi la lezione? La amo molto ma il mondo è cambiato radicalmente, definitivamente.» Restiamo in silenzio per lunghe ore. Fino al tramonto. Mi dice: «E non c’è nessun Paese in grado di risollevare il mondo?» Scuoto la testa da destra a sinistra. Pasolini mi guarda: «Mi scusi, sono stato severo con Lei. Quello che avevo profetizzato per l’Italia, non lo avrei mai immaginato per il resto del mondo. Nei miei sogni, mi sono spesso chiesto: da dove viene la luce delle lucciole? Ma una voce mi ripeteva ogni notte: lo sa, Pasolini, è solo una reazione chimica. Lei pensa che io e Lei siamo semplici reazioni chimiche?» Cala la notte e siamo circondati da lucciole, sono io nel suo sogno o è lui nel mio? Riprendo coraggio: «Senta, forse c’è una soluzione: Mapuetos.» Gli parlo di Marceau Ivréa, del vulcano Imyriacht, della speranza di trovare un luogo che potrebbe cambiare il mondo. Alzo la testa: «Ma se mi ha appena spiegato che è impossibile salvarlo questo mondo e poi cosa pensa di fare?» Riprendo fiato e gli dico: «Sono proprio queste le domande a cui non voglio rispondere, questo mondo deve restare vergine per trovare una fertilità originale, bisogna sottrarsi alla politica, abbandonare i popoli e costruire un nuovo immaginario, non un mondo nuovo, no, ma un nuovo immaginario e costruire una nuova casa. Forse non servirà a niente, ne sono cosciente, ma almeno avrò reso tutto questo caos un po’ più poetico. Come Lei.» Si alza e scaccia le lucciole, ne cattura una e se la mette in tasca. Si volta e dice: «Mi lasci morire definitivamente, abbandoni le sue idee al mio riguardo, quest’omaggio a Casablanca che vorrebbe rendermi è ridicolo, fra venti o trent’anni mi avranno dimenticato, non mi mettete più in mostra, non parlate più di me, non mi citate più anche celatamente, uccidetemi. Bisogna uccidere il padre per esistere. Lowie, è ora di ridere. Ci faccia ridere, maledizione! Moriamo fra le risate!»
Mi sveglio, scrivo su Facebook queste parole: «Se potessi essere composto da quattro ingredienti, sceglierei: la lusofonia di Pessoa e Caetano Veloso, la pizza ai pomodorini secchi e rucola, un film di Dolan da guardare in loop, e le tue labbra sulle mie immaginando il nostro successo, tutto sotto il vulcano di Imyriacht a Mapuetos.» Mi dirigo verso il viale Anfa, e dopo un momento di esitazione entro nell’hotel Barceló, il fattorino con un ampio sorriso mi consegna la chiave della mia stanza, la 242. Richiudo gli occhi per dimenticare tutto di questo sogno maledetto.
Traduzione : Irene Seghetti
Pubblicazioni e aneddoti
La versione originale in francese è disponibile cliccando qui
Biografia
Poeta, scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista italiano. Per quanto marxista, l’opera di Pier Paolo Pasolini è una lunga ricerca sulla conoscenza del sacro e dell’assoluto. La sua avversione al capitalismo, alla società dei consumi e al fascismo, non sono estranee al suo assassinio avvenuto ad Ostia, nella notte fra l’1 e il 2 novembre 1975.





