Sabrina Marsili (IT)

Sabrina Marsili

Il ritratto onirico di Sabrina Marsili

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Amo molto il mio lavoro di uomo-orologio. Seduto al tavolo rotondo, aspetto la prossima ora per portare le lancette all’ora seguente. Circondato da scarpe, mocassini e altre babbucce, me ne sto là seduto ad aspettare la prossima ora. Ogni tanto guardo il letto di ferro e la finestrella, sempre aperta, in alto a sinistra. Qui non c’è niente. Sono in una torre, di fianco al trono. Aspetto la prossima ora. Amo questo immobilismo, questo silenzio. La torre, da dove aziono l’orologio, si trova di fianco al trono sul quale il Re brucia al sole.   Alle 4:00 del pomeriggio, noto da lontano, in direzione del deserto una donna che mi guarda attonita. È Sabrina Marsili. Dapprima immobile. Poi in movimento, al ritmo dei miei minuti invisibili. Io mi occupo soltanto delle ore. Lei, dei minuti e dei secondi. Ha frequentato la scuola internazionale di teatro Jacques Lecoq a Parigi. Sa quindi mimare. Ha lavorato per Giorgio Strehler, Liliana Cavani e Karleinz Stochkausen alla scala di Milano. Sa quindi muoversi. I suoi gesti sono rapidi, a volte furtivi, il tipo di donna che prima si butta, poi si ferma ad osservare e a capire. Più parigina che italiana? Sarebbe potuta nascere a Ivrea, la culla di Olivetti, avrebbe potuto incontrarci Rimbaud che magari le avrebbe detto “ho teso corde di campanile in campanile; ghirlande di finestra in finestra; catene d’oro di stella in stella, e danzo”. Ma lei no, non danza. È il movimento dei secondi, dei minuti. La osservo dalla mia torre, si addentra in una foto che ha appena ritagliato da un giornale, si addentra nel tempo e nello spazio, esplorare lo spessore del senso dietro la superficie liscia dell’immagine. Un’arancia sulla testa. Mi osserva. La intrigo. Non siamo più in Void Island  né in  Instant Karma . Siamo in questo spazio aldilà di ogni realtà, fra il sogno e l’eterotopia. Lei sorride, di un sorriso marcato. Ride di un ridere mascherato. Mi vede come una foto, vuole ritagliare il mio volto, l’immagine delle mie ore? Sabrina è un granello nella sabbia, quel granello di pazzia che manda avanti il mio orologio, la mia vita, i miei propositi . “ La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni”, scriveva Pasolini. Le lancio altre riviste perché possa ritagliare ancora e sempre le immagini della sua vita. Il re bruciato si risveglia, il sole tramonta, Sabrina avanza come un minuto, rifiuta gli errori, rifiuta gli stimoli capaci di innescare un comportamento futile, raggiunge la torre con passo deciso, le ombre della notte irrorano il paesaggio, ci ritroviamo sul palcoscenico di un teatro, è tutto blu, neon su neon, su neon. È sola. L’uomo orologio è scomparso, lei guarda in direzione degli spettatori. Sono seduto in prima fila, sono arrivato in ritardo, ho pagato il biglietto, ho la sensazione che mi guardi, guardo l’ora. Troppo tardi, la clessidra è appena stata capovolta.


Traduzione : Irene Seghetti

Pubblicazioni e aneddoti

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Next (F9), 111 portraits oniriques di Patrick Lowie, edito da P.A.T.

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Next (F9), 111 portraits oniriques di Patrick Lowie, edito da P.A.T. (Belgio)

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Le totem d'Imyriacht (2023) edito da maelstrÖm (Belgio)


Biografia

Sabrina Marsili si diploma nel 1983 presso la scuola internazionale di teatro Jacques Lecoq a Parigi. Studia con Arianne Mnouchkine e Jerzy Grotowski. Come mimo alla Scala di Milano, lavora con Giorgio Strehler, Liliana Cavani e Karleinz Stochkausen. Come attrice, in Italia, con Dario Fo, Paolo Rossi, il Gruppo della Rocca, Festival Intercity. All’estero con il Teatro di Stato di Copenhagen, con il Serapiontheatre di Vienna e la Compagnia Karine Pontiès - Hetmuzieklod di Gent, nelle Fiandre. Negli ultimi anni, ha collaborato con Pippo Del Bono e Impasto Comunità Nomade Teatrale, come teatro di ricerca. Fonda la compagnia I negri, con il regista Marco Leoni, produzioni Armunia di Castiglioncello e il gruppo di ricerca Arnoklein con il quale allestisce “Fucking pretty end”, da “Ieri” di Agota Kristof, “Iceland” dialogo a più voci sulla poetica di Danilo Dolci e “Atelier Giacometti, sull’opera e gli scritti di Alberto Giacometti.

Dettagli d'uso
Mapuetos è un progetto letterario creato dallo scrittore belga Patrick Lowie. Questo ritratto è un ritratto onirico, cioè è solo un ritratto ispirato da un sogno e dalla pura immaginazione. Di conseguenza, la storia raccontata non è reale. Errori di sintassi o di ortografia... non esitate a contattare mapuetos@mapuetos.com

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