Pier Paolo Pasolini (IT)

Pier Paolo Pasolini

Il ritratto onirico di Pier Paolo Pasolini

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Da qualche mese vengo accostato per strada da un uomo con le tempie brizzolate. Più volte a settimana, mi chiede: «Tutto bene nella camera 242 dell’hotel Barceló?» Le prime volte ho risposto che alloggiavo in una bella camera in un quartiere chic di Casablanca, e non in albergo. Ma quello, instancabile, appena mi vede continua a ripetermi: «Tutto bene nella camera 242 dell’hotel Barceló?» Ieri sono andato a controllare. Non esiste nessuna stanza 242 in quell’hotel. Stamattina incontro l’uomo che, come al suo solito, mi domanda: «Tutto bene nella camera 242 dell’hotel Barceló?» Orgogliosissimo, rispondo: «Non c’è nessuna stanza 242 all’hotel Barceló…» Lui ribatte con voce rauca: «Lo so, ma vedrà… Le sirene del porto sovrastano il frastuono dei cani, dei movimenti e dei clacson.» Poi l’uomo scompare. Sento la mancanza dei marinai del porto. Osservo i volti spenti, le lingue lunghe appese ai fili, passo davanti a una moschea e supplico, vedo scavarsi dei buchi nel viale senza automobili che somiglia a una foresta lontana e spoglia, delle donne scalze. Tutto cambia, è cambiato il cielo, la luna e anche il sole ha cambiato di posto. Il mondo intero è fuori luogo. Sogno di attraversare la foresta vergine, risalire il fiume, imbarcarmi all’angolo di una strada su un veliero che mi porti al suo ritmo dall’altro lato, su una spiaggia senza schiuma né sfortuna, sabbia grigia, un risveglio annebbiato. I sogni non sempre assomigliano alle locandine dei film o alle tragedie di fine vita. «Venga qui», mi dice Pier Paolo Pasolini «Non torni a Roma. Le chimere possono ferire ferocemente tanto quanto la noia. I popoli sono morti, sto piangendo un mondo morto. Il tritacarne dei popoli si è imballato.» Immaginavo questo incontro onirico – che aspettavo da tanto tempo – in modo molto diverso. «Gli uomini non si rendono conto che la fine dei mondi, che la distruzione delle culture singolari, provocheranno loro un annientamento dal quale non si riprenderanno mai, ma che li farà entrare in una modalità di sopravvivenza che presuppone inevitabilmente degli eccessi. La cultura dominante ha inghiottito tutto nella prospettiva del profitto, questo fascismo eterno che farà bruciare il mondo fino all’ultimo centimetro di terra. Il riscaldamento climatico è solo l’ennesimo sintomo di una morte annunciata». Una donna, con un’aria da bambina e il sorriso sulle labbra, dà fuoco alla foresta e si mette a correre, corre, va e torna abbagliata dalle fiamme. Davanti a me, non trovo il Pasolini che avevo idealizzato, sembrava come fosse invecchiato male, che avesse vestiti maleodoranti e soprattutto che mi guardasse con diffidenza. «Ma Lei chi è, Patrick Lowie? Né marxista né liberale né fascista né social-democratico né socialista né ecologista né niente in fin dei conti? Non sarà mica il prodotto di questo mondo senza popolo? Lei non mi piace, Lowie, anzi mi inorridisce!»



Non c’è da stupirsi, meglio evitare di incontrare le persone che idolatriamo, anche nei sogni, non funziona mai. Mi tiro su i pantaloni che mi cadono sui fianchi. Mi dico che è tempo di uccidere il padre. «Lei fa parte dell’élite?» mi chiede. Rispondo che anche lui ne faceva parte. «Lei ha lottato contro l’industrializzazione, contro la morte delle sottoculture, per il popolo contro la classe dominante, Lei ha fatto tutto questo?» Non sento cosa abbia bisbigliato dopo, come se avesse perso il filo delle idee. Mi siedo al suo fianco e gli dico: «I suoi amici di ieri sono diventati fascisti, il suo popolo è diventato fascista, il mondo è cambiato, Lei oggi non potrebbe più scrivere per il Corriere della Sera, non potrebbe più girare Accattone, sarebbe sconvolto dalla stupidità del mondo culturale, cinematografico, artistico, non metterebbe il naso fuori di casa, e alla veneranda età di cent’anni farebbe di tutto per non scivolare su una buccia di banana, e avrebbe migliaia di processi da scontare, guarderebbe il cielo con sospetto, e rimarrebbe impietrito davanti alla stupidità dei media, alla manipolazione, alla propaganda, se fosse vivo non le resterebbe niente, anche gli anziani di oggi non sono altro che stupidi ragazzini con i capelli bianchi, niente, ma di quali lotte parla, Pasolini? Ne ha vinta almeno una di queste lotte? Su ogni fronte, Lei è lo sconfitto di una battaglia superata. Sì, aveva ragione and so what? Hanno vinto loro, hanno vinto i fascisti! E sta qui a farmi la lezione? La amo molto ma il mondo è cambiato radicalmente, definitivamente.» Restiamo in silenzio per lunghe ore. Fino al tramonto. Mi dice: «E non c’è nessun Paese in grado di risollevare il mondo?» Scuoto la testa da destra a sinistra. Pasolini mi guarda: «Mi scusi, sono stato severo con Lei. Quello che avevo profetizzato per l’Italia, non lo avrei mai immaginato per il resto del mondo. Nei miei sogni, mi sono spesso chiesto: da dove viene la luce delle lucciole? Ma una voce mi ripeteva ogni notte: lo sa, Pasolini, è solo una reazione chimica. Lei pensa che io e Lei siamo semplici reazioni chimiche?» Cala la notte e siamo circondati da lucciole, sono io nel suo sogno o è lui nel mio? Riprendo coraggio: «Senta, forse c’è una soluzione: Mapuetos.» Gli parlo di Marceau Ivréa, del vulcano Imyriacht, della speranza di trovare un luogo che potrebbe cambiare il mondo. Alzo la testa: «Ma se mi ha appena spiegato che è impossibile salvarlo questo mondo e poi cosa pensa di fare?» Riprendo fiato e gli dico: «Sono proprio queste le domande a cui non voglio rispondere, questo mondo deve restare vergine per trovare una fertilità originale, bisogna sottrarsi alla politica, abbandonare i popoli e costruire un nuovo immaginario, non un mondo nuovo, no, ma un nuovo immaginario e costruire una nuova casa. Forse non servirà a niente, ne sono cosciente, ma almeno avrò reso tutto questo caos un po’ più poetico. Come Lei.» Si alza e scaccia le lucciole, ne cattura una e se la mette in tasca. Si volta e dice: «Mi lasci morire definitivamente, abbandoni le sue idee al mio riguardo, quest’omaggio a Casablanca che vorrebbe rendermi è ridicolo, fra venti o trent’anni mi avranno dimenticato, non mi mettete più in mostra, non parlate più di me, non mi citate più anche celatamente, uccidetemi. Bisogna uccidere il padre per esistere. Lowie, è ora di ridere. Ci faccia ridere, maledizione! Moriamo fra le risate!»

Mi sveglio, scrivo su Facebook queste parole: «Se potessi essere composto da quattro ingredienti, sceglierei: la lusofonia di Pessoa e Caetano Veloso, la pizza ai pomodorini secchi e rucola, un film di Dolan da guardare in loop, e le tue labbra sulle mie immaginando il nostro successo, tutto sotto il vulcano di Imyriacht a Mapuetos.» Mi dirigo verso il viale Anfa, e dopo un momento di esitazione entro nell’hotel Barceló, il fattorino con un ampio sorriso mi consegna la chiave della mia stanza, la 242. Richiudo gli occhi per dimenticare tutto di questo sogno maledetto.


Traduzione : Irene Seghetti


Pubblicazioni e aneddoti

Questo ritratto è stato pubblicato in francese sulla rivista belga  Marginales #307 Balance ton peuple  – sotto la direzione di Vincent Engel nel settembre 2022. Dalla sua creazione, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, a opera di Albert Ayguesparse, Pierre-Louis de Muyser e Joseph Bracops, fino alla ripresa da parte di Jacques De Decker nel 1998, la rivista Marginales si è posta l’obiettivo di cercare le verità nascoste dell’attualità attraverso il prisma della finzione.

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Le totem d'Imyriacht (2023) edito da maelstrÖm (Belgio)


Biografia

Poeta, scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista italiano. Per quanto marxista, l’opera di Pier Paolo Pasolini è una lunga ricerca sulla conoscenza del sacro e dell’assoluto. La sua avversione al capitalismo, alla società dei consumi e al fascismo, non sono estranee al suo assassinio avvenuto ad Ostia, nella notte fra l’1 e il 2 novembre 1975.

Dettagli d'uso
Mapuetos è un progetto letterario creato dallo scrittore belga Patrick Lowie. Questo ritratto è un ritratto onirico, cioè è solo un ritratto ispirato da un sogno e dalla pura immaginazione. Di conseguenza, la storia raccontata non è reale. Errori di sintassi o di ortografia... non esitate a contattare mapuetos@mapuetos.com

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