Ivana Rinaldi (IT)

Ivana Rinaldi

Il ritratto onirico di Ivana Rinaldi

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« I gusti, le scoperte artistiche, la bellezza, le immagini forti, l’umanità si sono depositati in me come si depositano le esperienze della formazione giovanile, ma anche come si depositano i capelli della persona amata sul petto, quando la testa riposa nell’attesa di spegnersi, l’anima amata persa nei pensieri. Per sognare occorre dormire, chiudere gli occhi, dimenticare la realtà, astenersi dal credere ancora a mille verità. La realtà è fatta di lotte, resistenza, intelligenza che si sviluppano o meno, per farci crescere o per migliorare il mondo», spiega un professore ai suoi studenti. In questo sogno, reso potente dai colori sgargianti, sono uno di quegli alunni. Ci troviamo a Roma, io e il mio Gemelli , in questo Paese che conoscevo così bene e che, nonostante lo strano e ripetuto desiderio di tornarci dopo aver messo in valigia tutta l’anima del mio esilio come Alain Danielou, mi respinge. Lei mi dice: « Non ora, resta dove sei.» Come se il sogno volesse difendermi da una delusione profonda, da un’ennesima depressione, da nuove lotte contro l’infamia. Alla mia sinistra, una donna scribacchia su di un bloc-notes, appunta parole, frasi, un testo, scarabocchia, depenna, strappa. Gira la testa e mi guarda, poi mi fa cenno di prendere il foglio. « È un sogno», mi dice. Leggo: Mi trovavo in una radura spoglia, dove ho visto il mio compagno Giovanni, scomparso da poco, con una donna dai capelli lunghi e un vestito a fiori leggero. La donna cantava una canzone dolce con voce cristallina. Ho chiesto prima a me stessa, poi a Giovanni: « Chi è questa donna che non conosco?» Mi ha risposto tranquillo, con tono triste: « È il regalo che ho richiesto a una casa editrice, non volevo soldi, volevo solo una voce.» Poi la ragazza è scomparsa e siamo saliti nella sua macchina, un’automobile scura. All’improvviso sono saltati fuori dei cani neri che con andatura minacciosa hanno circondato la macchina. Giovanni mi ha rassicurata: «Chiudi i finestrini!» Ho visto il buio e mi sono svegliata. Il mio nome è Ivana Rinaldi”.  

Gli studenti escono dall’auditorium dell’università, due ragazze taggano su un muro nero una scritta rosso fuoco: “Tutti i borghesi sono infatti razzisti, sempre, in qualsiasi luogo, a qualsiasi partito essi appartengano” 2 . Poi come per magia si liquefanno. Tutto si fa acqua, la città, la gente, un’onda liberatrice che scorre, purifica, e Roma viene sommersa da questa marea rivoluzionaria. Il sogno si fonde con la realtà e mi sveglio nella mente di Ivana Rinaldi. Il nome, un’etichetta per una nuova vita nella quale i sogni e i racconti intimi sono impressi come tatuaggi sull’anima. I confini fra il sogno e la realtà, fra passato e presente, si dissolvono. Le parole scarabocchiate dalla donna misteriosa del mio sogno sembrano materializzarsi nel mondo cosciente, creando una trama tessuta da sogni, arte e azione. Sono Ivana Rinaldi, navigo nelle acque della coscienza e dell’impegno, pronta a esplorare ogni angolo di questa nuova realtà che si estende davanti a me, percepisco i suoi intoppi, il cervello vuole impedirmi di sentire e di vedere, non vuole seppellire le mie vecchie idee, mi impedisce di trovare i miei nuovi istinti, desidero, desidero, desidero, perché non bisogna mai sperare, bisogna desiderare, stringo i denti senza mordere, né demordere. Divento anch’io acqua, scorro in un lavandino che mi porta in un universo privo di coscienza.  

« Solidificarsi tramite la catalisi è stato più difficile, signor Patrick Lowie, mi ha fatto male, mi creda, una tortura. Giovanni era un unicum che metteva l’arte nella vita, e la vita nell’arte. Lei mette l’arte nel sogno, e il sogno nell’arte». Ivana Rinaldi mi prende per mano e mi dice con voce dolce: «Non si preoccupi, andrà tutto bene. Questo sogno è un po’ confuso, ma so che c’è un filo conduttore, e so dove il sogno vuole portarci ».  

Mi siedo al tavolo all’aperto di un bar, il vento soffia sempre più forte, sta provando a trascinare il mondo in una corrente che lo annienterà. Ivana Rinaldi non mi ha mai lasciato la mano. È là, seduta, siamo persi e irrigiditi in una tempesta che ci trascinerà in un altro sogno. Degli uomini camminano nel cielo, con la testa sulle spalle. Ivana mi dice: «Guardi, guardi, l'uomo laggiù è Giovanni! » Il poeta è là, con un sorriso stampato sulle labbra, creatore enigmatico gli dico che “ci sono più enigmi nell'ombra di un uomo che cammina sotto il sole che in tutte le religioni passate presenti e future…” 2 Il vento mi prende alla gola per liberarmi finalmente dalle ingiunzioni ansiogene “liberiamoci dal passato Ivana, altri mondi aspettano i nostri occhi, la vita quotidiana non può intorpidirci”.  



1 Pier Paolo Pasolini
2 Giorgio de Chirico


Traduzione : Irene Seghetti 

Pubblicazioni e aneddoti

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Biografia

Abito a Roma, dove sono stata docente di lingue, di letteratura e di storia italiana al Trinity College-Rome Campus. Allieva di Enzo Santarelli, m i sono dedicata dagli anni ‘80 alla ricerca storica, in particolar modo alla storia delle donne, alla storia locale, e alla critica storica e letteraria. Ho firmato diversi saggi, quali: “Ines Donati. Realtà e mito di un’eroina fascista”, “La resistenza nell’alto maceratese. Profilo e testimonianze”, “Un esempio di retorica femminile fascista”, “I precursori e il regime”, “Donne e Resistenza: una rassegna bibliografica”.

Nel 2014, ho collaborato all’“Atlante delle stragi nazifasciste”. Sono l’autrice di numerosi articoli e riviste per “Storia e Problemi contemporanei”, “Società e storia”, “Leggendaria. Libri Letteratura Linguaggi”, di cui sono l’editrice, “Filosofia in movimento”, “Gazzetta filosofica”, “Bibliovorax”, nel quale curo la mia propria rubrica “Parole resistenti”.

Nel 2022 ho partecipato alla realizzazione del documentario storico: “Operazione: Marcia su Roma” di Valentino Misino, prodotto da Mediatika per Histoire TV Groupe TF, in qualità di esperta di Ines Donati, una delle poche donne ad aver partecipato alla Marcia su Roma.

Sono la compagna, del poeta, scrittore, e artista figurativo, Giovanni Prosperi, deceduto il 3 luglio 2021.

Dettagli d'uso
Mapuetos è un progetto letterario creato dallo scrittore belga Patrick Lowie. Questo ritratto è un ritratto onirico, cioè è solo un ritratto ispirato da un sogno e dalla pura immaginazione. Di conseguenza, la storia raccontata non è reale. Errori di sintassi o di ortografia... non esitate a contattare mapuetos@mapuetos.com

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