Ali Latif è modello e attore, è nato in Tunisia e si è trasferito a Parigi. Non è un calciatore. Né un pugile. Astronauta, forse un giorno. È stato invece un rapper emozionante da adolescente, quando cantava
«des problèmes au p’tit dej j’en mange dans les tartines»
(“i problemi me li mangio con il pane a colazione”), ma quello che piace a lui è lo sguardo, l’immagine, il palco, le parole, le mani, il pubblico, l’emozione, il teatro per farcela, per farsi strada nella vita. Dietro alla sua timidità feroce e all’eleganza del cuore, c’è la forza e il talento dell’ariete con quel suo imperativo di scuotere il proprio mondo.
Va bene, Patrick Lowie, ha altro da aggiungere? Questa storia del sogno mi infastidisce un po’, è un mondo che mi sfugge.
Riprendo:
Ha letto «Frankenstein o il Moderno Prometeo» di Mary Shelley? Le spiego. Frankenstein, il protagonista, scopre il segreto della vita. Crea un mostro orrendo ma intelligente. Presto inizia a provare disprezzo per la sua creatura e l’abbandona. Perché non ha fatto un mostro di bell’aspetto? Perché l’uomo non concepisce la bellezza e l’intelligenza in un unico corpo, si sente sconcertato.
Ali Latif mi guarda sospettandomi di crudeltà, poi mi dice:
È davvero questa l’audizione per il ruolo di Astronauta Astigmatico…? O forse ho sbagliato porta?
Fingendomi confuso, verifico nei miei fogli:
oh, mi scusi, pensavo che fosse venuto per Frankestein Senior… Ma no, scherzo. Dunque, vediamo… pagina 24… faccio la Voce Off: «Mentire significa mancare l’appuntamento con se stessi»
si alza e mi dice:
«Ma tu chi sei? Chi sei per parlarmi con questo tono sarcastico?...»
[1] (silenzio) Quasi impassibile, o forse meditativo, mi racconta:
ecco qui il sogno: un giorno, quando ero piccolo, ho tirato un sassolino trasparente nel mare in direzione di Biserta, ero vicino a casa mia a Metline… e nel sogno stavo mangiando una pizza a West-Hollywood a L.A, quando ho trovato esattamente la stessa pietruzza trasparente fra due olive e una foglia di basilico.
Mi guarda con quei suoi occhi divertiti.
Il personaggio della vostra pièce è cinese… io sono arabo. Non è un problema?
Gli rispondo:
Non si preoccupi, in realtà, è anche un po’ arabo. Qui giriamo tutti mascherati.
[1] “
Astronaute astigmate recherche robot cyclope version vintage spécialiste en danse du ventre pour fantastique voyage intergalactique
”, teatro, Patrick Lowie, ed. P.A.T.
Traduzione : Irene Seghetti