Seduto su una sedia nera logora, davanti al Vesuvio, vestito di nero anche io, osservo il vulcano più pericoloso del mondo, mi fa pensare al vulcano Imyriacht
a Mapuetos, ma il Vesuvio mi sembra più subdolo. Sono seduto sulla banchina del golfo di Napoli, osservo con curiosità le abitazioni di esseri umani che, nonostante le eruzioni, i rischi, si stabiliscono ai piedi del vulcano. È con questo pensiero – cercare di capire gli uomini osservando un vulcano – che sento una voce: Signore, mi scusi per il disturbo, sono in vacanza, sto soggiornando in quest’hotel e sono diversi giorni che la osservo… dieci ore al giorno passate da una settimana ad osservare il Vesuvio. Non legge, non beve, non mangia… sta seduto…
Mi alzo: Ecco, mi presento: Patrick Lowie. Sapevo che mi avrebbero interrotto durante la meditazione.
Il ragazzo si presenta a sua volta: Mi chiamo Aness Doumi, vivo a Parigi, sono cantante, ballerino e sono appena stato ingaggiato in una commedia musicale, faccio anche il modello.
Quando avevo immaginato questa esperienza, pensavo molto ai miracoli: quando va tutto male, dimenticare, smettere di vivere, rifugiarsi a casa nell’indifferenza fiacca e prostrata e aspettare che qualcuno, il miracolo, bussi alla vostra porta. In quel momento ho pensato che se fossi rimasto seduto davanti al Vesuvio il più a lungo possibile, qualcuno si sarebbe avvicinato a me. Il miracolo. Aness mi guarda con aria sognante. Era chiaro che lo intrigavo da tempo e che ha aspettato il quinto giorno per interrompermi nella meditazione. Mi dice: Cosa fa nella vita?
Gli rispondo: Niente di speciale. Vado di villeggiatura in villeggiatura. Scrivo romanzi e poesie, ma non li faccio leggere a nessuno. Mi piacerebbe molto che lei fosse il mio unico lettore, le farò recapitare tutto dal mio notaio quando sarò morto. È solo in albergo?
Mi racconta che è venuto qui con degli amici ma che io sono stato motivo di discussioni e litigi fra di loro. La mia presenza immobile li ha scossi, sono partiti tutti tranne lui, voleva sapere. Mi porta all’hotel La Ciliegina
, la terrazza ha una vista incredibile sul Vesuvio e mi racconta: Sa, io capisco come si sente, il mondo è in guerra, anch’io mi sento abbandonato, nessuno s’interessa a me. La sua presenza mi ha fatto capire che questa non è la realtà, queste guerre non sono reali. Ieri sera, sono andato da solo al cabaret della città e ho cantato davanti a tutti «Ne me quitte pas» di Jacques Brel. Le persone ascoltavano, si davano la mano e io davo loro tutto il mio amore, vedevo il mondo fiorire.
Questa ingenuità mi ha dato il sorriso. Poi con la mia solita crudeltà, gli dico: Sa che questo è un sogno? Lei si trova nel suo letto a Parigi. Presto la sveglia suonerà. E sarà ora di tornare a lavoro.
Traduzione : Irene Seghetti