Edoardo Brusco (IT)

Edoardo Brusco

Il ritratto onirico di Edoardo Brusco

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Non sempre capisco come mai io sia ossessionato dall’idea di recarmi a Ginostra e faccia di tutto per non andarci. Ogni scusa è buona: troppo lavoro, non voglio andarci da solo, i soldi che mancano, il periodo che non è dei migliori, insomma… Tutti motivi che dovrebbero semplicemente distogliermi dal pensiero di raggiungere l’isola. Nei sogni è diverso, mi consentono di viaggiare dove mi sento bene. Molto tempo fa, pochi mesi prima che mi trasferissi a Roma nel 1988, avevo sognato che ero un gigante e che attraversavo l’Italia in pochi passi. Questo sogno m’insegue tuttora, mi vedo, mi vedevo attraversare lo stivale, con i capelli lunghi al vento, la giovinezza a darmi conforto.

In un sogno più recente sono in Calabria, cammino per la strada e ogni tanto mi giro con il pollice in su nella speranza di essere caricato da una macchina. Ho trascorso parte della notte a Sperlonga, a quattrocento chilometri a nord. Speravo di trovarci le impronte lasciate dal film di Nathan Juran, A 30 milioni di Km dalla Terra . Ero l’unico cliente dell’ostello, gestito da una coppia piuttosto disgraziosa. Un incubo. Il dormitorio è sporco e immenso, mi spoglio, mi addormento nel letto dalle lenzuola sgualcite, poi a un tratto sento dei rumori, e accendendo la luce della camera, li vedo: migliaia di scarafaggi che scorrazzano per terra e sui letti, che si mangiano a vicenda ma senza smettere di moltiplicarsi. Mi rivesto, raccolgo le mie cose, passandomi continuamente la mano sui capelli per paura di averne alcuni fra i capelli e di portarli con me, poi corro per la strada, scappo dall’ostello. Di notte, le vie di Sperlonga sono immerse nell’ombra degli incroci di fasci luminosi proiettati da non so dove verso non so dove. Trovo un cilindro di vetro identificato: “Esercito dello spazio – progetto Mapuetos”, e ne estraggo una specie di bozzolo gelatinoso. In una frazione di secondo, la gelatina si trasforma in un animale che cresce molto rapidamente, diventa mostruoso e prova ad inghiottirmi. Riprendo la fuga.

Un pullman, un po’ di strada a piedi, un po’ in macchina, ancora un pullman, di nuovo a piedi, ed eccomi a Cetraro in Calabria. L’inferno è passato, l’incubo dimenticato. Le strade di questa cittadina sono vuote, sento solo dei bambini, giovani adolescenti le cui grida riecheggiano sui muri e sulle pareti del mio cervello. Giocano a palla, devono avere dodici o tredici anni. Sono belli, della bellezza dell’innocenza baciata da un sole plumbeo di amore. Mi lanciano la palla, dopo qualche passaggio mi strappano il pallone, il più grande dei due si chiama Edoardo, tirano un calcio mal calibrato, la palla cade sul davanzale di una finestra. L’altro ragazzo urla: « No! È la finestra della strega! » Il vaso della strega cade sulla testa di Edoardo, il quale crolla a terra, e inizia a perdere i capelli, fino a che non gliene restano più. Rimane tramortito qualche istante, il suo amico se l’è data a gambe, si sveglia diverso, più grande, con dieci anni in più, o almeno è questa l’impressione che mi dà, è tra le mie braccia: « Dov’è mio cugino? Lei chi è? » Piange, come se avesse un attacco di crescita. Cresce ancora. In fondo alla stradina, alcuni lupi bianchi avanzano nella nostra direzione. Forse nella mia. Fissano il bambino, la strega si è addormentata già da un bel po’. I lupi ripartono, ci lasciano stare. Calvo, si alza e ripete: « Lei chi è? » Quindi gli spiego la mia avventura, la notte a Sperlonga, la gelatina, il mostro, lui e il cuginetto, i suoi capelli, i lupi bianchi, la strega, la mia presenza, gli dico: « Mi chiamo Patrick Lowie, dicono che sia uno sciamano ma non ci sono prove. Pensavo di recarmi a Ginostra per vedere lo Stromboli e tuffarmici. E tu, tu chi sei? » Mi guida senza dire niente fin in fondo alla via Luigi de Seta, dove c’è una croce che sovrasta il mare. È un’allucinazione? Sulla linea dell’orizzonte mi sembrava di distinguere un vulcano in mezzo al mare.

« Quanti anni hai? » , gli chiedo. Lui mi prende per il braccio, come per sorreggermi, come se stessi per cadere, poi mi risponde: « Ho ventiquattro anni, mi chiamo Edoardo Brusco e sono nato qui in questa città ma vengo da lontano, da un pianeta collocato molto dopo Marte. Intendo dire che è molto lontano, davvero troppo lontano perché possa immaginarne la distanza . Questo pianeta si chiama Mapuetos. Nei suoi sogni Mapuetos era una città, un deserto, forse un villaggio sulla Terra, ma tutto ciò era soltanto un’illusione, un sogno, un incubo. Mi piacerebbe dirle che l’avventura si ferma qui, potrei riportarla alla ragione. Sappia che vengo da Mapuetos e che andarci non fa parte della sua dimensione ». Mentre parla, lentamente gli ricrescono i capelli. « L’accompagno a Ginostra » , mi dice. Non ricordo il viaggio fino a Stromboli, ricordo di immagini nel sogno come se fossimo sull’isola Elephanta in India, poi in Colombia, poi a Lisbona, poi in Sudafrica, come se il viaggio fino a Ginostra fosse un viaggio alla fine del mondo. Il cuore mi batteva all’impazzata, sembrava tutto improvvisamente possibile, tuffandomi nella lava del vulcano sento un bacio sul mio collo, le nostre anime si pietrificano come quando Bacco ha trasformato in pietra il figlio di Dryas.

« Sembrava tutto possibile » , mi dico.


Traduzione : Irene Seghetti


Pubblicazioni e aneddoti

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Next (F9), 111 portraits oniriques di Patrick Lowie, edito da P.A.T. (Belgio)

Questo ritratto è stato pubblicato in francese nel libro Le totem d'Imyriacht (2023) edito da maelstrÖm (Belgio)


Biografia

Nato nell’ottobre 1994 a Cetraro, in Calabria, studente allo IED, Istituto Europeo di Design di Milano, nella sezione di Arti Visive, Edoardo Brusco partecipa al progetto Mapuetos fin dagli albori, nel 2012. Una sua foto è stata scelta per illustrare l’episodio 0 delle Croniche di Mapuetos, Amaroli Miracoli. Oggi vive a Lisbona.

Dettagli d'uso
Mapuetos è un progetto letterario creato dallo scrittore belga Patrick Lowie. Questo ritratto è un ritratto onirico, cioè è solo un ritratto ispirato da un sogno e dalla pura immaginazione. Di conseguenza, la storia raccontata non è reale. Errori di sintassi o di ortografia... non esitate a contattare mapuetos@mapuetos.com

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